Non basta leggere per capire

Letture d'Esoterismo«Educare» per l’iniziato significa soprattutto esteriorizzare i significati nascosti dalle parole. Leggere, infatti, non basta a capire “come si fa e perchè”. E per capire il lato pratico dell’insegnamento non basta la semplice divulgazione. Perchè, il compito della divulgazione è più quello di riportare concetti, che quello di dischiuderli agli occhi della mente.

Non basta leggere per capire

di Athos A. Altomonte

«Educare» per l’iniziato significa soprattutto esteriorizzare i significati nascosti dalle parole.

Leggere, infatti, non basta a capire “come si fa e perchè”. E per capire il lato pratico dell’insegnamento non basta la semplice divulgazione. Perchè, il compito della divulgazione è più quello di riportare concetti, che quello di dischiuderli agli occhi della mente.

Fatto sta che, non è la lettura a fare la saggezza ma la mente capace di trarne profitto assimilandone correttamente i canoni. In altri termini, la saggezza non sta nella capacità di conoscere e ricordare, ma nella capacità di rendere vivo ciò che viene capito, rendendolo parte di se stessi.

Ecco il “segreto” della saggezza: imparare a diventare noi stessi ciò che s’impara. Ma prima bisogna capire, e capire bene.

La capacità di capire dipende in gran parte dall’educazione ricevuta. E qui, anche in campo iniziatico appare la figura dell’educatore. La cui prima caratteristica è quella di sapersi calare nella mente e negli occhi di chi cerca, così da prefigurarsi le sue difficoltà nel riconoscere l’insegnamento nascosto dalle parole e nelle metafore di un linguaggio, reso volutamente “scivoloso” a scopo difensivo.

Come le piante si difendono dalla voracità degli uccelli con le foglie e le spine, anche i testi di sicura fonte iniziatica si difendono dalla curiosità dei passanti, usando parole sfuggenti e di ambigua interpretazione, così da “farsi capire solo da chi può sapere”. Da qui torniamo al postulato per cui non basta leggere per capire.

Divulgare ha la sua importanza. Ma conoscere senza capire può creare seri danni quando l’apprendimento fosse lasciato alla libera interpretazione del lettore. Per convincersene basta guardare ad altri rami della conoscenza. Si può diventare fisico, ingegnere, chirurgo, comandare un aereo o una nave contando solo su se stessi? Pur ammettendo le possibili eccezioni, nel ramo della conoscenza, l’autodidatta non è la regola ma piuttosto un rischio.

Allora, come l’editore di libri educativi è collegato con un corpo insegnante capace di spiegarne i concetti, così il divulgatore dovrebbe essere collegato ad un educatore capace di dischiudere correttamente i termini segreti che si vogliono esteriorizzare. Altrimenti, spargendola sulla sabbia, si finisce per sprecare gocce di acqua preziosa.

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