Il Maestro Gesù, la morale iniziatica e il vegetarianismo

Domande e Risposte…È lecito supporre che Cristo e gli Apostoli fossero vegetariani?

Il Maestro Gesù, la morale iniziatica e il vegetarianismo

di Athos A. Altomonte

D: …È lecito supporre che Cristo e gli Apostoli fossero vegetariani?

R: Apprezzo davvero ogni tipo di campagna che riconosce “coscienza alla vita”. Ma per raggiungere lo scopo, non bisogna distorcere la realtà, altrimenti si cade al livello di chi “mente” per difendere i propri criteri, anche religiosi.

Come singolo, sono d’accordo col riconoscere il diritto di coscienza agli animali. D’altronde anche la Bibbia, che per me è una raccolta storica, quindi non ne sono partigiano a priori, li riconosce come spiriti vitali alla pari dell’essere umano. Nella genesi è scritto: “questo è il Patto che pongo tra Me (Dio) e tutti gli esseri viventi (nephesch)”. Quindi anche gli animali sono “nephesch”, anch’essi spiriti viventi, anche se in scala evolutiva minore di quella dell’essere umano, ch’è comunque ancora molto più animale che spirito.

Ma nel rispetto della realtà storica, ritengo disdicevole ogni falso, anche se a fin di bene. Ed è falso estendere i canoni del vegetarianismo al M. Gesù e ai Suoi Discepoli (che si continua a voler scambiare con gli Apostoli che, salvo due eccezioni, non erano affatto Suoi Discepoli).

Anche a voler escludere la sua affermazione: “Mangiate, questo è il mio corpo”, resta il fatto che nell’ultima cena, seguendo i dettami del tradizionale pasto della Pasqua ebraica, sono stati consumati “vino, pane azzimo e carne di agnello”. Quella di “mangiare carne di agnello”, è una “costumanza religiosa” assai radicata nella cultura ebraica (retaggio dei sacrifici animali che hanno sostituito i sacrifici umani, vedi la storia di Abramo); un costume seguito nei suoi due derivati minori, la cultura cattolica e l’islamica.

Gesù era assolutamente ebreo. Pragmatico, seguiva, per sua affermazione, i dettami della Legge (la Torah): da quello della circoncisione, che restò il chiodo fisso di Pietro, alle onoranze Rituali e ai luoghi sacri all’ebraismo; rispettando il Sinedrio e difendendo dai mercanti (i cambiavalute) il Tempio di Salomone.

Dunque, Gesù non è stato un rivoluzionario, come molti pretendono. Affermava solo la priorità dell’Amore e della Comprensione (Tolleranza e Perdono) sul freddo rigore dell’ortodossia. Cioè, affermava la prevalenza del cuore sulla “costumanza religiosa”:

“…quando pregate il Padre vostro, non mostratevi ai crocicchi con gli abiti migliori, ma scendete nella stanza più segreta (il Cuore), lì troverete il Padre vostro…”.

Quindi, per rispetto alla propria verità, è giusto affermare com’Egli si sia sempre attenuto ai dettami della Sua Legge: la Torah; che non ha mai posto in discussione. Allora, per evitare ogni ambiguità, prima di avventurarsi nelle ipotesi, sarebbe meglio informarsi, e vedere come si pone la cultura rabbinica sul tema del vegetarianismo.

Soprattutto perché Gesù era un: Rabbi.

D: …il Maestro Esseno Gesù… da tutto ciò si evince che Egli era vegetariano… convinto io stesso, non cerco di convincere!

R: Caro amico, credo che tu abbia frainteso il senso della mio intervento. La mia non era una crociata (atteggiamento che lascio ad altri) pro o contro il vegetarianismo, che come fatto in sé m’interessa poco, perché non appartiene all’Agni Yoga o al Raja che ritengo prevalenti su ogn’altra espressione, come ad es. l’Hatha o il Bhakti che trasudano da questa ML.

Il mio intervento si accentrava sull’analisi di dati storici e non sull’ordine morale. Sul quale posso concordare, ma che non è un dato, bensì una convenzione che varia di cultura in cultura. Per questo conosco bene i concetti morali che sono legati al vegetarianismo. Ma seppure apprezzabile, questo non vuol dire che il vegetarianismo possa essere eretto a canone storico, perché, nel caso specifico, è un’ipotesi indimostrabile.

Purtroppo, per molti “frequentatori” dell’esoterismo i fatti e la storia valgono meno dei propri convincimenti. Ed anche se ognuno può credere ciò che vuole, per chi ha orecchie per sentire ed occhi per vedere, restano pur sempre i fatti a determinare certi “pesi e misure”. Perciò, a meno che non si voglia dipingere anche il M. Gesù come “vorremmo che sia” (cosa che hanno fatto abbondantemente i cattolici), non possiamo renderlo “nella misura in cui” lo vorremmo vedere seguendo le nostre considerazioni. Perché, così si finisce solo per renderlo uno dei tanti Totem dell’idolatria umana.

Dunque, Gesù è quel che è, non quello che vogliamo che sia. Ed il M. Gesù non era un bramino, né un cattolico, ma al di là d’ogni illazione, fu un “ebreo ortodosso”. Tanto che disse: io non vengo per abbattere (la Torah) ma per aggiungere!

Sull’argomento alimentazione, la tradizione sacerdotale ebraica è inflessibile. L’ortodossia religiosa ebraica, cioè tutti quelli che si rifanno al Dio chiamato Geova (come Gesù), alla Torah (le sue leggi) ed al Talmud (le leggi dell’uomo), non contempla gli assunti che sono stati “ipotizzati” da alcuni lettori. Assunti che, piuttosto, appartengono alla tradizione indù.

L’ortodossia ebraica (v. i canoni dell’alimentazione) e quindi essena e terapeutica, indica il sangue come unico veicolo dell’ego, anche animale. Non la sua carne. E nei dettami della loro Legge (v. la Bibbia) è affermato con grande chiarezza cosa può essere mangiato e ciò ch’è proibito, dedicando abbondanti particolari sul “come” vanno preparati i cibi permessi, carne inclusa. Ovvero, vengono descritte le “condizioni” per cui è possibile evitare che le “vibrazioni negative” della morte animale raggiungano chi se ne ciba, rendendolo adatto (Koscher). Questo, attraverso una procedura rituale di cui è “unico responsabile” un Membro della Comunità designato (ritualmente) dal Rabbino Capo.

Simile atteggiamento è adottato dagli Islamici e, anticamente, anche dai cristiani.

Una tesi che naturalmente, come ogn’altra opinione, è opinabile. E che da un ricercatore come io mi ritengo di essere, può essere accettata solo come “verosimile”; certo non come verità assoluta. Ma questo concetto (il sangue come unico veicolo dell’ego) viene ribadito nel rosacrucianesimo di Max Heindel e dalla Teosofia.

Un detto buddhista afferma: “Se la spiritualità potesse essere conseguita mangiando solo vegetali, l’elefante e la vacca l’avrebbero raggiunta da molto tempo!”.

È chiaro il suo paradosso, che tuttavia contiene una verità. Che spesso l’aspirante si sofferma a guardare il proprio dito puntato al cielo (i buoni propositi), dimenticando di vedere la luna (l’Idea complessiva). Nello specifico, spesso ci si sofferma a discutere sull’ipotetico, sul «sesso degli angeli», piuttosto che lavorare per sollevare se stessi da una condizione di: “umano troppo umano”.

Fraternamente

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